E’ partito questa mattina da Firenze il secondo convoglio di aiuti alle popolazioni ucraine raccolti dalle Misericordie in Toscana. Direzione: Polonia al confine con l’Ucraina, 1700 chilometri per portare farmaci, cibo, coperte e vestiti. L’arrivo è previsto per domani mattina. Dopo aver trasportato il prezioso carico su mezzi ucraini che andranno a distribuire i beni di prima necessità alla popolazione sul territorio, la spedizione rientrerà in Toscana, trasportando donne e bambini in fuga dalla guerra che vogliono raggiungere familiari e parenti che vivono nella nostra regione.

Il convoglio, che sarà in contatto satellitare costante con la sala operativa nazionale delle Misericordie, è formato da 15 mezzi, di cui due camion articolati, con a bordo 40 volontari e trasporta un centinaio di pancali di medicine e beni indispensabili, che sono stati accolti dalle singole Misericordie (oltre 400 sedi in tutta la regione) e trasportati a Firenze dai coordinamenti territoriali nel centro logistico allestito dalla Federazione regionale delle Misericordie della Toscana e dal Coordinamento delle Misericordie dell’Area Fiorentina negli spazi (circa 800 metri quadri) messi a disposizione dalla Mercafir, prima di essere caricati sui camion per il trasporto in Ucraina. 

La settimana scorsa era già stato effettuato un primo viaggio con 8 mezzi e 24 quintali di merci. Al ritorno i volontari avevano portato in Italia 26 mamme e bambini rifugiati ucraini.

“Rispetto a settimana scorsa abbiamo raddoppiato il numero dei mezzi e la quantità di merce trasportata: i cittadini hanno risposto in maniera eccezionale all’appello, dimostrando una grande generosità. E di medicine, coperte e cibo il popolo ucraino ne ha un disperato bisogno” spiega Enrico Sardelli, direttore del Coordinamento Misercordie Area fiorentina.

Molti dei volontari hanno partecipato anche al primo viaggio ma hanno voluto esserci anche questa volta. 

“Al confine ci sono mamme, bambini, nonne che hanno bisogno di tutto” racconta Sandra Ceccatelli, una volontaria. “Ora arrivano ancora più stremati, dopo giorni di cammino per fuggire dalle zone di guerra. Non potevamo starcene a casa, in tanti abbiamo deciso di ripartire”.

Camilla Scarabelli nello scorso viaggio ha trovato una “sorella”: Vira. La ragazza, 34 anni, è salita sul convoglio toscano a Cracovia dove era riuscita ad arrivare scappando da un paesino di montagna al confine con la Russia, uno dei primi ad essere colpiti dalle bombe. Ha lasciato genitori, amici, fidanzato, tutti i suoi risparmi, spinta dalla madre a fuggire per cercare, almeno lei, la salvezza e la libertà. Vira non sapeva dove andare. Camilla, che è originaria dell’Ucraina ed è stata adottata da piccolissima con il fratello da una famiglia di fiorentini, si è subito offerta di ospitarla a casa sua. 

“Non possono neanche immaginarmi quanto ha sofferto: ha visto le persone morire, le bombe, ha lasciato tutto quello che aveva” racconta Camilla. “I miei genitori sono stati felici di accoglierla. I primi giorni Vira era traumatizzata, piangeva, stava a letto. Ieri per la prima ha mangiato la pizza e ha detto che comincia a sentirsi meglio, più tranquilla, anche se il pensiero è sempre ai suoi parenti rimasti là. Ha voglia di imparare già sa leggere qualche parola e pronunciarla. Ieri l’ho portata con me alla Mercafir per organizzare la merce e preparare i pacchi: era contenta di rendersi utile e poter aiutare il suo popolo anche da qui”.


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